Modi di dire italiani

Impariamo l'italiano
Modi di dire italiani






Far baccano. Far parlare di sé, suscitare scalpore

Far bottega di qualcosa. Farne traffico illecito.


Far buona cera. Accogliere qualcuno con benevolenza.

Far buon viso a cattivo gioco. Abituarsi il meglio possibile a situazioni sgradevoli.

Far comunella. Mettersi d'accordo per il conseguimento di uno stesso fine, spec. poco lodevole.

 

Far forca. Marinare la scuola.
Fare sega.

Far forno. Rappresentare a teatro semivuoto. Per estensione, l'espressione si applica a concerti, conferenze e riunioni di poco successo.

Far fuoco e fiamme. Agitarsi e strepitare spec. manifestando rabbia o vivo dissenso.

Far girare i coglioni. Disturbare pesantemente, infastidire, far arrabbiare, tormentare.
Rompere i coglioni.
Mi stai rompendo i coglioni ed io devo lavorare. Via!


Far girare (o rompere) le palle. Infastidire, irritare, annoiare.

 

Far la visita delle sette chiese. Girare da un luogo ad un altro senza risultato.

Far lavorare le meningi. Pensare intensamente.

Far le cose alla carlona. Far le cose alla buona, senza cura, abborracciando, così come vengono.

Far man bassa di qualcosa. Prenderne il più possibile. Rubare tutto ciò che è a portata di mano.

Far moneta falsa per qualcuno. Fare di tutto per...

Far polpette di qualcuno. Massacrarlo di botte, conciarlo per le feste. Ridicolizzarlo, ridurlo all'impotenza o al silenzio.

Far qualcosa con la testa nel sacco. Agire con sventatezza, alla cieca, senza cognizione di causa.

Far ridere i polli. Essere ridicolo, dire delle grosse sciocchezze.

Far rizzare i capelli. Sconvolgere, terrorizzare fortemente.

 

Far secco. Uccidere qualcuno.
Fare la pelle.

Far vedere bianco per nero. Far credere una cosa invece di un'altra.

Far vedere i sorci verdi. Sbalordire; mettere in gravi difficoltà; spaventare, oppure creare una serie di difficoltà, tanto inaspettate quanto fuori del comune.

Far vedere la luna nel pozzo. Voler far credere l'inverossimile, illudere, ingannare.

Far venire il latte alle ginocchia. Essere terribilmente noioso, insopportabile. Si dice di cosa o persona che annoia e infastidisce per la sua eccessiva stupidità o smanceria.

Far venire la barba. Annoiare qualcuno, seccarlo oltre misura, spesso mettendo a dura prova la sua pazienza.
Essere una barba.

Farcela. Riuscire.

Farci la birra. Non sapere che farne, detto di cose che si considerano inutili o inappropriate a una data situazione.

Farci una croce sopra. Considerare conclusa una questione, scontata una perdita, condonata un'offesa, con l'intenzione di non pensarci più.

Fare "semel in anno". Fare una cosa raramente.

Fare a botte. Picchiarsi.

Fare a gara. Impegnarsi con ogni sforzo per riuscire meglio degli altri.
Abbiamo fatto a gara per aiutarlo.
Mettercela tutta.

Fare a scaricabarili. Scaricare, riversare l’uno sull’altro responsabilità, colpe, o competenze.

 

Fare acqua da tutte le parti. Versare in cattive condizioni: (detto di ragionamento, argomentazione, progetto e simili), essere pieno di lacune e punti deboli.

Fare ad occhio e croce. Agire senza giusta e precisa valutazione, valutare una cosa grossolanamente.

Fare bancarotta. Avere una cattiva riuscita, fallire (detto di progetti, imprese e simili).

Fare berlicche e berlocche. Essere volubile, mancare di parola.

 

Fare capo. Immettere, sboccare.

la strada fa capo alla piazza S. Marco.

 

Fare capolino. Sporgere appena il capo oltre un riparo per vedere senza essere visti. Cominciare a manifestarsi. Affacciarsi o mostrarsi appena; spuntare.
Fare capolino dalla porta, dalla finestra, dietro il muro, fra le fronde.
Presto la verità farà capolino.
Affacciarsi timidamente, spuntare.
La luna faceva capolino tra le nubi; la gelosia cominciò a fare capolino

 

Fare cappotto. In una gara o una partita basata sul punteggio, vincere senza permettere all'avversario di realizzare neanche un punto.
Battere l'avversario senza dargli nessuna possibilità.
Dare la birra a qualcuno.

 

Fare castelli in aria. Fantasticare, vagheggiare cose impossibili.


Fare cilecca. Mancare nello scopo e nell'effetto. Venire a meno, fallire, non riuscire, incepparsi.
Ha tentato, ma purtroppo ha fatto cilecca. Nell'ultimo salto ha fatto cilecca.

 

Fare come i capponi di Renzo. Litigare inutilmente.

 

Fare colpo. Imporsi all'attenzione di qualcuno, suscitare una particolare impressione.

 

Fare come il cuculo. Vivere da parassiti, approfittando del lavoro degli altri; pretendere senza dar nulla in cambio; fare il proprio interesse danneggiando gli altri.

Fare come il delfino, che mette i tonni nella rete e poi scappa. Mettere gli altri nei guai e poi sottrarsi alle proprie responsabilità.

Fare come la gatta di Masino. Fingere di non vedere.

Fare come la montagna che partorì il topo. Fare grandi progetti, promesse da cui escono piccole cose.

Fare come la volpe con l'uva. Manifestare disprezzo per quello che non si riesce ad ottenere. Fingere di non interessarsi a qualcosa intensamente desiderato.

Fare come l'asino di Buridano. Essere incerti fino a morire.

Fare conto di/che. Supporre, immaginare, fare finta.
Fai conto di non avermi visto.
Fai conto che lui non ci sia.


Fare da balia. Stare accanto in modo iperprotettivo (a una persona).

Fare da Marta e da Maddalena. Sapere o dover fare molte cose disparate o contrastanti; anche darsi molto da fare ma in modo incoerente, dispersivo, senza seguire un filo logico.

Fare da palo (o fare il palo). Stare di guardia mentre qualcun altro compie un'azione, per fare in modo che non venga disturbato o sorpreso. Usato in genere per imprese poco oneste, e in particolare per un furto.

 

Fare da sponda. Appoggiare, sostenere qualcuno per il conseguimento di un determinato fine.

Fare di ogni erba un fascio. Non saper distinguere tra cose totalmente diverse. Considerare sbrigativamente cose diverse come se fossero uguali. Mettere insieme cose diverse. Mescolare senza criterio cose diverse.

 

Fare di notte giorno. Trascorrere la notte senza dormire.

 

Fare di volata. Fare qualcosa subito, rapidamente.

 

Fare fagotto. Andarsene rapidamente da un luogo; ritirarsi, sloggiare. Andarsene per evitare il peggio.

 

Fare faville. Riscuotere un successo eccezionale e inatteso. Dare una brillante dimostrazione delle proprie doti o capacità.

 

Fare giacomo giacomo. Espressione scherzosa per indicare gambe o ginocchia tremanti in situazioni di pericolo, timore, tensione.

 

Fare gli occhi alle pulci. Essere estremamente pignoli.

Fare gli occhiacci a qualcuno. Mettere a tacere qualcuno.
Stavo parlando della gita fatta insieme quando Gianni mi ha fatto gli occhiacci. Allora ho smesso di parlare.


Fare i botti. Compiere un’azione, un’impresa che ha grandi effetti, grande risonanza.

 

Fare i conti in tasca (o fare i conti addosso). Interessarsi per curiosità della situazione economica altrui, delle sue possibilità finanziarie, di quanto spende e di quanto guadagna, e così via.

 

Fare i conti senza l'oste. Sbagliare un calcolo, una previsione, una decisione o simili per non aver consultato la persona interessata o non aver tenuto conto di elementi esterni o di possibili ostacoli.

 

Fare i propri comodi. Pensare egoisticamente a sé .

Fare il bambino. Comportarsi in modo immaturo, infantile.

Fare il bamboccio. Comportarsi in modo ingenuo, impacciato, puerile.

Fare il bastian contrario. Avere sempre da obiettare, dire o fare regolarmente il contrario di quello che dicono o fanno gli altri.

Fare il baule. Andarsene via.

Fare il becco all'oca [e le corna al potestà]. Terminare un lavoro con soddisfazione. Ecco fatto il becco all'oca, si dice quando si è terminato un lavoro.

Fare il buono e il cattivo tempo (o fare la pioggia e il bel tempo). Imporre la propria volontà avendo il potere o la forza per farlo; obbligare gli altri a fare quello che si vuole; avere in pugno una situazione, detenere un potere dispotico, come se si potesse addirittura comandare al clima.

 

Fare il brighella. Comportarsi da persona poco seria, da burattino.


Fare il callo. Assuefarsi a qualcosa di spiacevole. Farci l'abitudine.
Ho fatto il callo alle sue scenate di gelosia.


Fare il cascamorto. Recitare la parte dell’innamorato con modi languidi e svenevoli.

Fare il casto Giuseppe. Comportarsi da uomo virtuoso.

Fare il chilo. Riposare dopo aver mangiato.

 

Fare il contropelo a qualcuno. Sindacarne o criticarne l’operato con malevola pignoleria.

Fare il culo. Imbrogliare qualcuno in un affare, batterlo in una gara con mezzi illeciti (nel gergo scolastico, bocciare, classificare con un voto scadentissimo).

Fare il diavolo a quattro. Fare strepito, gran fracasso o confusione. Strepitare per far valere le proprie ragioni.


Fare il diavolo e la versiera. Fare grande baccano, schiamazzo e confusione; anche arrabbiarsi moltissimo con grandi scenate furibonde; o infine fare tutto il possibile pur di ottenere qualcosa.

Fare il filo. Corteggiare qualcuno; anche darsi da fare con una persona accattivandosela con adulazioni e lusinghe per ottenere un dato scopo.

Fare il galletto. Essere impertinente; darsi arie di gran seduttore.

Fare il gatto e la volpe. Spalleggiarsi a vicenda.

Fare il gioco. Agevolare qualcuno volontariamente o meno nel raggiungimento dei suoi obiettivi.
Se non denunci il furto fai il gioco dei ladri.


Fare il grillo parlante. Presumere di poter intervenire, in modo saccente, su ogni argomento.

Fare il lavoro di Sisifo. Fare un lavoro inutile. Fare una fatica inutile, che non porta a nulla.
Fare la zuppa nel paniere. Andare a scopare il mare.

Fare il lupo pecoraio. Fingersi ciò che non si è per averne dei vantaggi.

Fare il miracolo di Maometto. Andare a trovare qualcuno che è lontano o non si fa mai vedere.

Fare il nesci. Far finta di ignorare qualcosa, fingendosi magari tonto.

Fare il paio. Assomigliare, comportarsi nello stesso modo; sommarsi.

Fare il pappagallo. Molestare le donne per strada.

Fare il pesce in barile. Mostrare di non vedere e non sentire nulla, di non accorgersi di quello che accade intorno.

Fare il portoghese. Intrufolarsi senza pagare il biglietto tra il pubblico che assiste a uno spettacolo teatrale o sportivo.

 

Fare il quamquam (o stare sul quamquam). Fare il saccente, darsi importanza, per indicare un indisponente sussiego.

 

Fare il verso a qualcuno. Imitarlo.

Fare il volo del calabrone. Fare una brutta fine.

Fare la pacchia. Godersi la vita, vivere senza pensieri.
Essere una vera pacchia.

Fare la barba all'asino. Fare una cosa insensata e inutile.
Pestare l'acqua nel mortaio. Fare la zuppa nel paniere. Fare il lavoro di Sisifo. Lisciare la coda al diavolo

Fare la barba e il contropelo a qualcuno. Muovergli una critica puntigliosa e spesso feroce.

Fare la bocca a qualcosa. Abituarsi a qualcosa.

Fare la calza. Dedicarsi esclusivamente ai lavori domestici.

Fare la carità pelosa. Essere caritatevoli per uno scopo, un interesse. Aiuto che si dà in vista soltanto di un proprio utile futuro.

Fare la cena del galletto. Andare a letto senza cenare.

Fare la civetta. Indurre, provocare al corteggiamento.
Mi fa rabbia Piero che fa la civetta con tutti le donne.


Fare la cresta su qualcosa. Maggiorare il prezzo di qualcosa per ricavare un vantaggio.

 

Fare la faccia lunga. Assumere un'espressione addolorata, offesa.

Fare la figura del baccalà. Fare la figura da scemo.

Fare la figura del coglione. Essere stupido, incapace.

Fare la fine del topo. Rimanere intrappolato in un luogo senza vie d'uscita o in una situazione senza scampo.

Fare la forca a qualcuno. Danneggiarlo soffiandogli un affare o abusando della sua fiducia.

Fare la gattamorta. Nascondere il proprio vero carattere.

Fare la giostra. Fare la ronda a qualcuno, stargli intorno.

Fare la lucciola. Prostituirsi.
Battere il marciapiede.

Fare la maddalena pentita. Mostrarsi umile e pentita.

Fare la manfrina. Insistere in maniera noiosa per ottenere qualcosa. Mandare per le lunghe, spesso con ripetute ostentazioni di falso zelo.

 

Fare la manomorta. Sui mezzi pubblici, approfittare dell’affollamento per palpeggiare qualcuno.

Fare la muffa. Ammuffire, intristire; rimanere inattivo in una situazione di abbandono. Restare in ozio, nell'inerzia.


Fare la pelle. Uccidere, ammazzare.
Hanno fatto la pelle a un testimone.
Far secco.


Fare la primadonna. Comportarsi in modo da attirare sempre l'attenzione su di sé, talora anche con bizze e pretese assurde.

Fare la ronda. Girare intorno a una persona, per controllarla o corteggiarla.

Fare la ruota. Pavoneggiarsi. Tenere un atteggiamento tronfio e vanitoso.

Fare la spola. Andare avanti e indietro continuamente da un luogo a un altro.
È tutto il giorno che faccio la spola da un ufficio all'altro.

 

Fare la parte del leone. Prendersi la parte migliore a danno di altri.

Fare la pentola a due manici. Tenere le mani sui fianchi, non lavorare.

 

Fare la vita del michelaccio. Starsene tutto il tempo senza fare niente.


Fare la zuppa nel paniere. Far cosa inutile, non concludere un bel niente.
Chi vuol far l'altrui mestiere fa la zuppa nel paniere.


Fare l'asino di casa. Sobbarcarsi il lavoro proprio e l'altrui.

Fare le bizze. Funzionare in modo intermitente (detto di apparecchiature); fare i capricci (detto specialmente di bambini).

 

Fare leva su una cosa. Agire su un determinato elemento, punto e simile per ottenere ciò che si desidera.
Far leva sui sentimenti di qualcuno.


Fare le nozze coi fichi secchi. Voler fare grandi cose — come si converrebbe a un avvenimento importante quale una festa nuziale — con mezzi inadeguati. Pretendere di fare qualcosa di grandioso spendendo il meno possibile.

Fare le pulci. Mettere in rilievo anche i minimi errori verificabili nell'operato di una persona.

Fare le scarpe. Danneggiare qualcuno in modo subdolo, generalmente allo scopo di prenderne il posto. Riferito in genere ad ambienti di lavoro, a cariche ambite e così via.

Fare l'indiano. Fingere di non capire, di non interessarsi a qualcosa, evidentemente perché la finzione torna com oda. Chiudersi in un atteggiamento falsamente assorto o distratto.
Fare lo gnorri.

Fare lo gnorri. Fingere furbesca indifferenza o ignoranza.
Fare l'indiano.

Fare l'occhietto. Ammiccare.
Fare l'occhiolino.

Fare l'occhio a pesce morto. Guardare languidamente qualcuno.

Fare manfrine. Fare salamelecchi, smancerie, cerimonie.

Fare marchette. Esercitare la prostituzione.
Fare la lucciola. Battere il marciapiede.

 

Fare mente locale. Cercare di orientarsi in una situazione riordinando le idee

Fare mercato di qualcosa. Dare valore venale a bene de chi per sé non l'hanno.

Fare orecchi da mercante. Non prestare attenzione, fingere di non sentire ciò che torna comodo. Questa forma di interessata, falsa sordità era generalmente attribuita ai mercanti, nelle affollate e rumorose fiere paesane di un tempo.

Fare padella. Sparare alla selvaggina senza colpirla, o fallire il bersaglio nel tiro a volo, e per estens., in altre attività (anche non sportive), non riuscire, fallire in un’azione o in una gara.

Fare pari e patta. Pareggiare.

 

Fare passi da gigante. Procedere rapidamente, fare progressi.

 

Fare pelo e contropelo. Sottoporre a critica severa.

Fare piazza pulita. Sgomberare tutto, spazzare via tutto. Eliminare del tutto, annientare.
Fare tabula rasa.

Fare più miglia di un lupo a digiuno. Spostarsi in continuazione da una località a un'altra. Compiere viaggi lunghi e faticosi.

Fare più strada di un lupo a digiuno. Viaggiare molto; faticare o lavorare moltissimo.

 

Fare quadrato. Unirsi, restare compatti per proteggere qualcosa o difendere sé stessi da attacchi esterni.
Nella difficoltà la gente fa quadrato intorno a presidente.

Fare qualcosa con la testa nel sacco. Farla senza attenzione, alla cieca.

Fare qualcosa contro stomaco. Malvolentieri.
A bocca stretta.

Fare qualcosa a ogni morte di papa. Fare una cosa raramente, in casi eccezionali.
Gianni pulisce i vetri a ogni morte di papa e perciò sono sempre sporchi...


Fare qualcosa sottobanco. Di nascosto, in barba alla legge o al regolamento.

Fare quaresima. Vivere nelle privazioni.

 

Fare questioni bizantine. Fare questioni interminabili, discutere eccessivamente a lungo.

Fare razza. Riprodursi.

Fare salsiccia di qualcuno. Picchiarlo in malo modo, farlo a pezzetti.

 

Fare scialo di qualcosa. Consumare qualcosa senza riguardo, in abbondanza, senza economia.

 

Fare schiamazzo. Agitarsi per imporre la propria presenza o le proprie ragioni.


Fare sega. Marinare la scuola.
Far forca, bigiare.

 

Fare specie. Stupire negativamente.


Fare tabula rasa. Consumare tutto, far piazza pulita, eliminare tutto.

Fare testo. Essere il modello esemplare, avere indiscussa autorità in un dato campo.

 

Fare tredici [al totocalcio]. Avere un grosso colpo di fortuna.

 

Fare un arrosto (o Combinare un arrosto). Sbagliarsi, confondersi, fare un pasticcio. Danneggiare un bene o una situazione per errore; anche sbagliarsi grossolanamente.


Fare un buco nell'acqua. Fare un tentativo inutile.
Pestare l'acqua nel mortaio. Fare la zuppa nel paniere. Fare il lavoro di Sisifo. Lisciare la coda al diavolo

Fare un contraltare. Fare concorrenza a qualcuno.

 

Fare un colpo di testa. Fare una pazzia.

Fare un macello. Creare molto disordine o confusione.
I bambini hanno fatto un macello in cucina.


Fare un mercato. Scatenare una gran confusione accompagnata da forte strepito. Far confusione.

Fare un nodo al fazzoletto. Escogitare un sistema per ricordarsi qualcosa; sforzarsi di fissare qualcosa nella memoria.

Fare un pensierino su qualcosa. Desiderare una cosa.

 

Fare un salto nel buio. Fare un tentativo rischioso, osare incoscientemente.

Fare una cosa a pezzi e bocconi. A più riprese e irregolarmente.

Fare una filippica. Fare un discorso violento, scagliarsi in un'inventiva contro qualcuno.

Fare una frittata. Combinare un pasticcio, provocare un guaio irrimediabile.

 

Fare una sterzata. Avere un improvviso cambiamento di idee.

Fare una vita da sardanapalo. Vivere nel lusso più sfrenato. Condurre una vita fastosa e viziosa.

Fare uno scherzo da prete. Fare uno scherzo che non si accetta volentieri, piuttosto pesante.

Fare venire la pelle di cappone. Fare accapponare la pelle, cioè fare rabbrividire per paura, spavento e sim.

Fare lo sgambetto. Soppiantare qualcuno slealmente. Prendere il posto di qualcuno con mezzi sleali e disonesti.

 

Fare (o dare) un bidone. Imbrogliare; anche, mancare a un appuntamento, venir meno a un impegno.
Tirare il bidone.

Fare (o prendere) armi e bagagli. Raccogliere tutte le proprie cose e andarsene.

Farla a qualcuno. Ingannarlo, sorprenderlo.

Farla finita. Mettere un termine. Smetterla.
Fatela finita con questo chiasso!


Farla franca. Riuscire a cavarsela impunemente. Compiere un'azione illecita e riprovevole senza essere sorpresi.

Farla in barba. Fare, ottenere, carpire qualcosa a dispetto di qualcuno, quasi sotto i suoi occhi, davanti alla sua, ovviamente metaforica, barba.

Farla lunga. Continuare a lungo una lamentela, una protesta. Prolungare inutilmente una discussione, lamentarsi ripetutamente per cose passate e sim.

Farne de tutti i colori. Combinarne d'ogni genere, fuorché di quelle buone.

Farne più di Carlo in Francia (o Farne più che Bertoldo). Fare svariate esperienze, combinare guai.


Farsene un baffo. Non curarsi di qualcuno o qualcosa, non averne considerazione né timore. Infischiarsene, non dare alcuna importanza a quello che gli altri dicono, fanno, pensano.
Di lui e delle sue minacce, me ne faccio un baffo.


Farsi beffe di qualcuno. Beffarsi, prendersi gioco.

Farsi bello con le penne del pavone. Attribuirsi meriti non propri.

Farsi i cazzi propri. Fare i fatti propri.
Coltivare il proprio orto.

 

Farsi il culo (o un culo così). Faticare duramente.

Farsi gioco. Beffare, prendere in giro.
Prendersi gioco. Farsi beffe di.

Farsi in quattro. Adoperarsi in ogni modo per rendersi utile, darsi da fare.
Si è fatto in quattro per il suo negozio.

Farsi largo. Far carriera non badando a scrupoli.

Farsi le ossa. Farsi pratica.
Da giovane si è fatto le ossa come manovale; ora è un muratore abile e richiesto.

 

Farsi avanti. Avvicinarsi.
Pproporsi, spec. per un incarico.

 

Farsi sotto. Avvicinarsi a poco a poco, per lo più con intenzione ostile, quindi anche attaccare l'avversario con prudenza ma decisamente.


Farsi strada. Detto di persona, riuscire ad affermarsi grazie al proprio talento; detto di cosa, fenomeno, idea ecc., emergere, mostrarsi apertamente.

Farsi un'alzataccia. Alzarsi molto presto, dopo aver dormito poche ore.

 

Fare un'ambasciata. Mandare a dire a qualcuno un messaggio.


Farsi una canna. Fumare droga o uno spinello.

Farsi una pera. Nel linguaggio dei drogati, iniezione di droga.

Farsi una ragione. Rassegnarsi, accettare razionalmente un fatto molto sgradevole; rendersi conto dell'inevitabilità di un evento negativo o doloroso..
È difficile farsi una ragione del suo comportamento.

Farsi una sega. Masturbarsi.
Nel linguaggio colloquiale, comunque, il termine masturbarsi è spesso sostituito da espressioni volgari, spesso figurative ed immaginifiche. Al maschile, la più comune è farsi una sega che estende per l'appunto il movimento del braccio quando adopera la sega a quello che produce durante l'atto di autoerotismo. Altri termini sono pugnetta (che il dizionario Zingarelli accosta all'equivalente spagnolo puñeta, e nella sua radice verbale ha quindi implicito il riferimento al pugno usato per compiere l'atto) pipa o regionalmente pippa (la cui parola in alcuni dialetti indica anche il membro virile). Al femminile si usa la parola ditalino (o ditale) con riferimento al dito impiegato dalle donne nella masturbazione. Wikipedia

Fatto coi piedi. Fatto malissimo.

Ferrare le oche. Fare una cosa impossibile
Cercare di raddrizzare le gambe ai cani.

Ficcare il naso. Intromettersi.
Mettere il becco

Filare (o andare) liscio come l'olio. Proseguire bene, essere in uno stato tranquillo.

Filarsela all'inglese. Svignarsela, abbandonare una riunione senza salutare nessuno, talvolta per sottrarsi a una situazione imbarazzante. Allontanarsi da un luogo alla chetichella, senza salutare.

Filarsela. Andare via precipitosamente.

 

Forzare la mano. Costringere qualcuno a fare qualcosa contro la sua volontà o prima dei tempi che si era prefisso.


Friggere con l'acqua. Lesinare.

Friggere. Rodersi, fremere, struggersi.
Non rispose alla provocazione, ma dentro di sé friggeva; friggeva di rabbia, dall'impazienza, per l'invidia.