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DEPRESSI? PROVATE CON UN PO' DI SALMONE
Combattere la depressione senza ricorrere a farmaci e psicanalisi? Secondo lo psichiatra francese Davíd Servan Schreiber, docente all'Università di Lione e in quella statunítense di Pittsburgh, è possibile. Nel mesi scorsi il suo libro ha suscitato non poche polemiche oltralpe. Ma anche l'interessamento della comunità scientifica. Una delle tesi sostenute da Schreiber, e
che gli acidi grassi omega-3 abbiano effetti antidepressivi, è stata
in considerazione in un convegno sulla biontologia (una nuova disciplina che studia la relazione tra salute psichica e fisica)
qualche settimana fa a Merano. E al San Raffaele di Milano da gennaio si sta sperimentando su una quindicina di pazienti affetti da depressione proprio una terapia a
di omega-3.
Ma quanti ornega-3 ci vogliono per
via la depressione? «Perché siano efficaci è necessario assumerne quotidianamente almeno 2 grammi di olio concentrato di pesce, integrando l'alimentazione con vitamina E, C e selenio», suggerisce lo psichiatra francese. Ma chi vuole puntare sulla prevenzione può anche limitarsi a modificare le proprie
alimentari, aumentando il consumo di pesce, in particolare quello ricco di grassi: salmone, trota, sgombro, acciughe, sardine.
Tuttavia gli omega-3 sono solo una i delle strategie anti-ansia suggerite da Schreiber. Per
le tracce di traumi e di eventi dolorosi del passato, che spesso condizionano lo stato emotivo, lo scienziato suggerisce per esempio l'Emdr, una tecnica che
nel muovere con regolarità davanti agli occhi del paziente una bacchetta, in modo che il suo sguardo vada da destra a sinistra come se
una partita di tennis. «In pochi minuti», dice Schreiber «i movimenti
, del tutto simili a quelli della fase Rem dei sonno, inducono la riattualizzazione e il superamento dei traumi. I risultati sono spettacolari: dopo tre sedute, l'80 per cento delle persone non
più sintorni».
Troppo bello
essere vero?
Anna Capelli